Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
AlessandroMercaldo

E’ tornata a suonare la Singer della nonna.

17 Novembre 2013, 09:22am

Pubblicato da Pasquino

E rivedo la nonna spingere il pedale, con i piedi e le ginocchia menare la danza, allegra, ritmata. La spio dalla porta della sala semichiusa. Sta china in avanti con gli occhi sull’ago e le dita sapienti che guidano la stoffa che sta cucendo.  E vedo la stanza intorno, tappezzata di colori, il pavimento ricoperto di petali di filo. Sento le chiacchiere delle comari che passano a perder mezz’ora, di ritorno dalla spesa. Vedo la signora che prova la gonna appena imbastita e racconta del marito, dei figli, della casa. E lei paziente, che ascolta, ascolta, ma non si ferma, lavora, infila l’ago, corregge orli, appunta spilli. E cuce, cuce, mentre gira la ruota, scende e sale l’ago, gira il rocchetto del filo, si odono i monelli giocare in strada, e suona melodiosa la Singer.
E rivedo la nonna spingere il pedale, con i piedi e le ginocchia menare la danza, allegra, ritmata. La spio dalla porta della sala semichiusa. Sta china in avanti con gli occhi sull’ago e le dita sapienti che guidano la stoffa che sta cucendo.  E vedo la stanza intorno, tappezzata di colori, il pavimento ricoperto di petali di filo. Sento le chiacchiere delle comari che passano a perder mezz’ora, di ritorno dalla spesa. Vedo la signora che prova la gonna appena imbastita e racconta del marito, dei figli, della casa. E lei paziente, che ascolta, ascolta, ma non si ferma, lavora, infila l’ago, corregge orli, appunta spilli. E cuce, cuce, mentre gira la ruota, scende e sale l’ago, gira il rocchetto del filo, si odono i monelli giocare in strada, e suona melodiosa la Singer.E rivedo la nonna spingere il pedale, con i piedi e le ginocchia menare la danza, allegra, ritmata. La spio dalla porta della sala semichiusa. Sta china in avanti con gli occhi sull’ago e le dita sapienti che guidano la stoffa che sta cucendo.  E vedo la stanza intorno, tappezzata di colori, il pavimento ricoperto di petali di filo. Sento le chiacchiere delle comari che passano a perder mezz’ora, di ritorno dalla spesa. Vedo la signora che prova la gonna appena imbastita e racconta del marito, dei figli, della casa. E lei paziente, che ascolta, ascolta, ma non si ferma, lavora, infila l’ago, corregge orli, appunta spilli. E cuce, cuce, mentre gira la ruota, scende e sale l’ago, gira il rocchetto del filo, si odono i monelli giocare in strada, e suona melodiosa la Singer.

E rivedo la nonna spingere il pedale, con i piedi e le ginocchia menare la danza, allegra, ritmata. La spio dalla porta della sala semichiusa. Sta china in avanti con gli occhi sull’ago e le dita sapienti che guidano la stoffa che sta cucendo. E vedo la stanza intorno, tappezzata di colori, il pavimento ricoperto di petali di filo. Sento le chiacchiere delle comari che passano a perder mezz’ora, di ritorno dalla spesa. Vedo la signora che prova la gonna appena imbastita e racconta del marito, dei figli, della casa. E lei paziente, che ascolta, ascolta, ma non si ferma, lavora, infila l’ago, corregge orli, appunta spilli. E cuce, cuce, mentre gira la ruota, scende e sale l’ago, gira il rocchetto del filo, si odono i monelli giocare in strada, e suona melodiosa la Singer.

E’ tornata a suonare la macchina da cucire della nonna. Qualcuno le ha scosso la ruggine, qualcuno ha chiuso i buchi che i tarli ed il tempo avevano scavato nel legno. Qualcuno le ha rifatto il belletto. Qualcuno l’ha smontata e bagnato nell’olio ogni pezzettino, con garbo, con amore.

Tutti insieme, trepidanti, hanno cercato di farla rimuovere.

Come una che sta immobile da trent’anni, ha provato a muovere le dita, le mani i piedi. Piano, piano, con esasperante lentezza.

“Non si muove più”, dice qualcuno, “è rotta”.

“Per quello era in soffitta”, dice qualche altro.

Ma c’è chi non si scoraggia. L’accarezza, la smuove, piano, piano. Poi la fa riposare. Ricomincia, la spinge di nuovo, con un po’ più di forza, incoraggiato dai primi movimenti di lei.

Ce la fa, ce la fa. Forse! Muove i primi passi, incerti, accompagnata e sostenuta da chi le sta intorno. E poi riposo, ancora, per non stancarsi troppo.

E’ un nuovo giorno; si riprova. L’ aiutano ad alzarsi, a sostenersi. la accompagnano per i primi incerti passi. Si muove, piano, piano. Poi comincia a camminare da sola, barcolla un poco, ma cammina . Poi prende coraggio. Ancora un po’ d’olio, qua e là, ancora un po’ d’olio. Parte, parte, parte.

E ricomincia a girare, sempre meglio, sempre meno incerta. Gira la ruota, si muove l’ago, cuce i punti, precisi, nitidi, come prima, come allora.

E rivedo la nonna spingere il pedale, con i piedi e le ginocchia menare la danza, allegra, ritmata. La spio dalla porta della sala semichiusa. Sta china in avanti con gli occhi sull’ago e le dita sapienti che guidano la stoffa che sta cucendo.

E vedo la stanza intorno, tappezzata di colori, il pavimento ricoperto di petali di filo. Sento le chiacchiere delle comari che passano a perder mezz’ora, di ritorno dalla spesa. Vedo la signora che prova la gonna appena imbastita e racconta del marito, dei figli, della casa. E lei paziente, che ascolta, ascolta, ma non si ferma, lavora, infila l’ago, corregge orli, appunta spilli. E cuce, cuce, mentre gira la ruota, scende e sale l’ago, gira il rocchetto del filo, si odono i monelli giocare in strada, e suona melodiosa la Singer.